Esami per l’incontinenza urinaria: ecco quelli utili per arrivare a una diagnosi

Come abbiamo già visto l’incontinenza si manifesta, sia nell’uomo che nella donna, attraverso perdite di urina che possono verificarsi sia di giorno che di notte.

Questo disturbo può avere cause diverse e manifestarsi in età diverse, ma – in tutti i casi – causa sempre un disagio a chi ne soffre: troppo spesso purtroppo chi presenta episodi di incontinenza urinaria tende a chiudersi in sé stesso e a sperimentare un peggioramento nella qualità della vita intima e sociale.

Per quanto l’incontinenza venga da molti considerata ancora un tabù, tanto che spesso solo quando la situazione diventa veramente invalidante si decide di rivolgersi al medico, è importante invece parlarne con uno specialista già dai primi sintomi per poter individuare i fattori che causano il problema.

Con una diagnosi precoce in grado di individuare il fattore (o i fattori ) responsabili dell’incontinenza urinaria, è possibile cominciare una terapia ad hoc per risolvere o, perlomeno, limitare il problema.

Ma quali sono gli esami diagnostici utilizzati più di frequente nei casi di incontinenza urinaria? Vediamo insieme quelli principali:

Endoscopia urinaria o urologica

È un esame che ha come obiettivo quello di individuare eventuali problemi a carico delle vie urinarie; viene praticato inserendo un citoscopio (ovvero un apparato sottile e flessibile con una piccola videocamera all’estremità) nell’uretra.

In questo modo è possibile visualizzare l’interno dell’uretra fino ad arrivare alla vescica; attraverso il citoscopio è anche possibile – se necessario – prelevare un campione di tessuto per una biopsia.

Ecografia pelvica perineale

Questo esame viene praticato alle donne e si utilizza per determinare, attraverso le immagini ecografiche, diverse situazioni come lo spessore della parete del muscolo detrusore (ovvero quello che avvolge la vescica e che si contrae durante la minzione), il volume urinario residuo (la quantità di urina che rimane nella vescica dopo aver urinato) e anche la mobilità del collo della vescica.

Con questo esame, inoltre, è possibile controllare anche l’eventuale prolasso degli organi (una condizione che, nelle donne, può causare l’insorgere dell’incontinenza) ed anche il muscolo elevatore dell’ano, un muscolo che sostiene gli organi viscerali e che quindi gioca un ruolo chiave nella continenza.

L’ecografia pelvica viene praticata applicando del gel sull’addome della paziente e percorrendo poi l’addome con una sonda; attraverso di essa, è possibile visualizzare le immagini in un monitor.

Ecografia prostatica

Anche in questo caso si tratta di un’ecografia; si pratica sugli uomini per studiare le dimensioni della prostata, la sua struttura e la sua capacità di svuotarsi correttamente.

In generale, quindi, viene prescritta quando si sospetta un’ipertrofia prostatica (detta anche prostata ingrossata), oppure nel caso di patologie infiammatorie come le prostatiti.

Uroflussometria

Questo esame non è affatto invasivo e consiste nell’urinare in un apposito strumento (del tutto simile a un WC) che però è in grado di misurare il volume di urina eliminata dal corpo, la velocità con la quale viene eliminata ed il tempo necessario per la sua eliminazione.

Il dispositivo per l’uroflussometria è dotato di una tecnologia elettronica in grado di riportare sotto forma di grafico le informazioni relative alla minzione del paziente.

Normalmente questo esame viene prescritto quando il paziente riferisce un flusso minzionale fuori dalla norma (generalmente troppo lento): per praticarlo, di solito bisogna urinare prima dell’esame e, successivamente, ingerire circa un litro d’acqua.

Dopodiché, è possibile svolgere l’esame cercando di urinare con normalità.

Esame urodinamico

Questo esame è in grado di valutare il funzionamento dell’apparato urinario durante la minzione: di solito viene eseguito insieme all’uroflussometria (di cui abbiamo parlato appena sopra) nel caso di pazienti che presentano un quadro di incontinenza urinaria da sforzo.

Viene introdotto un catetere vescicale nell’uretra del paziente ed anche una sonda nel retto; viene poi introdotta della soluzione fisiologica che permette di controllare la pressione intravescicale valutando la sensibilità, la capacità e la stabilità della vescica stessa.

L’esame urodinamico può aiutare a diagnosticare un’eventuale ostruzione oppure un malfunzionamento del muscolo detrusore della vescica.

Videourodinamica

È un esame urodinamico più completo poiché sono presenti anche immagini video; in questo caso viene utilizzato un liquido di contrasto per opacizzare la vescica e, attraverso strumenti radioscopici, è quindi possibile visualizzare l’apparato urinario.

Test neurofisiologici

Sono tutta una serie di test che aiutano a portare a termine la diagnosi di disturbi che possono interessare l’area sacrale (come l’incontinenza) in pazienti con patologie neurologiche oppure con strutture nervose compromesse.

Una valutazione neurofisiologica aiuta a chiarire la patogenesi della disfunzione stabilendo se la sua origine si trova nel sistema nervoso o meno.

Il medico, a seconda del caso specifico, saprà indicarci qual è l’esame diagnostico (o gli esami) più adatto alla situazione; in questo modo, con i risultati, sarà in grado di stabilire la terapia migliore per l’incontinenza urinaria.

E’ per questo che è necessario rivolgersi al medico tempestivamente: come nella maggior parte delle patologie, quelle che vengono prese in tempo hanno più possibilità di essere risolte o, perlomeno, arginate.

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